Il sistema GPS per improvvisare

Qual è la prima cosa che devi imparare se vuoi improvvisare? Se la tua risposta è stata “le scale”, allora sei completamente fuori strada.
scritto da Luca Ridolfo

Il sistema GPS per improvvisare

Se ti chiedessi…

Qual è la prima cosa che devi imparare se vuoi improvvisare? Se la tua risposta è stata “le scale”, allora sei completamente fuori strada.

Spesso chi affronta lo studio dell’improvvisazione, inizia a studiare e praticare tutta una serie di scale che lo portano a suonare… scale, per l’appunto.

Se anche tu hai approcciato l’improvvisazione in questo modo, il risultato che hai avuto è una accozzaglia di note senza senso. Facendo una similitudine, sembra quasi di parlare utilizzando soggetti, predicati e complementi completamente a caso, cambiando ad ogni frase l’argomento di cui stai parlando.

Se questa è la sensazione che stai vivendo, allora continua a leggere questo articolo.

Quando stai improvvisando, stai componendo una melodia.

L’unica differenza tra comporre e improvvisare una melodia è solamente il tempo a nostra disposizione per pensarla. Lo stesso capita quando dobbiamo parlare e scrivere un testo.  

Senza voler fare discorsi troppo teorici, di cui ne avremo modo di parlare in futuro in un corso apposito, c’è un elemento importantissimo da tenere conto mentre si parla-scrive-compone-improvvisa. Ovvero…

La direzione in cui stiamo andando.

Immaginati di iniziare un discorso senza sapere quale sarà il concetto finale che vuoi esprimere. Risulterà una pure divagazione senza capo ne una coda. Cosi come quando noi guidiamo, sappiamo subito che partiamo da un punto A per andare ad un punto B ben preciso.

Perché non applicare anche questo tipo di ragionamento all’improvvisazione? Normalmente, chi si appresta a studiare jazz, inizia a suonare scale lungo i vari accordi di uno standard, senza una direzione ben definita. Stessa cosa arpeggiando i vari accordi dello standard. Qualsiasi sia il tipo di esercizio, il problema è lo stesso. Senza avere una direzione ben definita le tue frasi non possono acquisire un senso.

Pertanto, come puoi risolvere questo problema?

Imposta la destinazione nel tuo GPS.

Cosi quando imposti la tua destinazione finale nel GPS, la stessa cosa la puoi fare quando improvvisi. Fissati un punto d’arrivo alla fine di ogni frase e poi pensa al modo per raggiungerli. Cosi facendo, le tue frasi acquisiranno subito un senso di frase.

Il come raggiungere questi punti è un discorso che meriterebbe molto più tempo per essere approfondito. Ognuno ha le sue varie scelte. C’è chi sceglie il percorso più “panoramico”, chi quello più economico, chi quello più veloce. Ad ognuno il suo. L’importante è la destinazione. Una volta li, potrai deciderne un’altra per la prossima frase.

“Luca, ma come posso fare tutto questo mentre sto improvvisando? Stasera ho una jam session e mi piacerebbe provare quanto hai appena scritto”

Purtroppo anche qui è una questione di esercitazione. Devi sviluppare un certo “sesto senso” che ti porti a farlo in maniera istintiva, senza dover pensarci. Quando suoni devi solo aprire le orecchie ed ascoltare.

“Ma allora,come posso esercitarmi a fare questo?”

Un consiglio pratico che ti posso dare è di prendere carta (pentagrammata) e penna e scrivere queste note target. In questo modo avrai chiara la tua “destinazione”. Dopo averle scritte, improvvisa usando queste note come note di arrivo. 

Attenzione! Voglio essere chiaro su questo: usa queste note come note finali, e non di partenza. In questo modo svilupperai la capacità che molti grandi improvvisatori hanno: sentire in anticipo quello che andranno a suonare.

Per raggiungere queste note target, ti svelo uno dei tanti “trucchi”: per esempio, arpeggia l’accordo di cui fa parte la nota target. In questo modo sposterai il ritmo armonico, dando più swing alle tue frasi ed avvicinandoti ad un risultato molto più simile a quello dei grandi (uno che fa proprio cosi è Bill Evans).

Per fare tutto questo hai bisogno di allenamento costante. Non puoi sperare di farlo una volta e di riuscirci immediatamente, specie se vuoi farlo a livello istintivo.

In Conclusione

“Quali scale? Quelle a pioli?” diceva un noto pianista romano. Come hai potuto notare in questo articolo, ci sono concetti a priori delle semplici scale. Non dico che non devi saperle – devi saperle benissimo. Il problema è dove poni il tuo focus (e di conseguenza cosa vai a studiare). La costruzione melodica, a mio avviso, è ancora qualcosa che nell’insegnamento Jazzistico non è stata ben “teorizzata”  in quanto, per sua natura, è difficile farlo.  In futuro andremo ad esplorare meglio questi concetti. Per ora, prova a vedere cosa succede applicando quanto scritto in questo articolo. Sono sicuro che, prima o poi, ti si accenderà una lampadina in testa.

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Luca Ridolfo è un pianista jazz italiano, attivo nella didattica da più di dieci anni.  Con pianofortejazz.it vuole rendere lo studio del Jazz alla portata di tutti con contenuti chiari e pratici.
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